Solo lavori miei.  Ma non sono geloso.
Ogni tanto stampo.  Ogni tanto sparisco.
Tu hai una forma, un tempo, un modo di esprimerti — e penso che non sia solo questione di come appare, ma di cosa la muove. Questo per me è già un passo. Un possibile inizio per creare qualcosa assieme. (Sei d’accordo?)
Non cerco modelli, cerco intese che diventino modelli. Corpi, volti, presenze che abbiano qualcosa da dire prima ancora di parlare. Prometto il mio impegno.
Quando un incontro si compie davvero, resta l’essenza. E chiede una materia.  
Quando succede davvero, io stampo. Non imprimo un’immagine, ma una realtà.
È lì che riconosco la mia fotografia. Quella che prende corpo, si lascia guardare, attraversa lo sguardo e resta presente.
Magari mi scrivi perché c’è un’occasione che merita di essere fissata, oppure perché ti riconosci in una foto che ho già realizzato — come se parlasse di te. In ogni caso, cerchi un gesto che dica quello che le parole non riescono a tenere. Una presenza che resta.
Alcune immagini sono già pronte, altre aspettano il tuo sguardo per diventarlo. (Nessuna cornice dorata inclusa. Però sì: la stampa arriva vestita bene.)
Ci sono fotografie che non puoi avere. Ma a volte basta riconoscerle e ricordarle — soprattutto quando sono loro a riconoscere te.


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